Storia della Rutilante Rosa

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Amberle
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Storia della Rutilante Rosa

#1

Messaggio da Amberle »

Inoltratami nel Tempio, per caso, entro in un stanza ove magnifiche si innalzano dinnanzi a me quattro statue, due mi sono note, poiché uno è colui che mi originò e l'altro è colui che fermò l'avanzata del primo, quando questi tentò per la seconda volta di distruggere il mondo.
Le altre due statue invece sono legate fra loro da un vincolo di vita e di morte e scrutandole con maggiore attenzione mi accorgo che sono anche esse parte di un piano demoniaco per sconfiggere gli Dei di Asgaard.

Ed ecco...ora ricordo...un manoscritto...
i segni su di esso erano illeggibili, ma la dedizione e l'impegno degli eroi riuscì a carpirne tutti i segreti.

Apro velocemente lo scrigno e tra le mie mani 'appare' la traduzione che Eos fece in quel periodo buio; non so come mai sia qua ma è certo che ne leggerò il contenuto e capirò gli eventi.
Mi siedo ai piedi di Kazzuya e inizio la lettura silenziosa:

Io Elifaz, figlio di Gudah, riporto fedelmente quanto scritto sul rotolo che mio padre Gudah figlio di Frenju ha conservato sino alla sua morte.
Io Gudah figlio di Frenju, ultimo Guardiano del Sigillo della Rosa, voglio preservare la memoria dei fatti che il mio ordine ha tramandato: questa è il racconto di Verrak servo di Amalec.

Verrak di Dan ha scritto queste parole del suo venerato padrone Amalec che, sul punto di morire per le indicibili sofferenze di un male oscuro, recisosi la vena del polso destro raccolse il suo sangue in una ampolla e gli ordinò di usarlo come inchiostro.

Visione di Amalec, Profeta dell’Oscurità.

Io Amalec vidi un mare sconfinato, nero come pece, e ribollente, e vidi in cielo due segni: una figura come di Figlio di Elfo combatteva contro una creatura simile ad una Rosa Rutilante, ad ogni colpo dell’uno le montagne crollavano, ad ogni parata dell’altro lingue di fuoco lambivano il cielo.
Ai piedi del Figlio d’Elfo giaceva una donna, come morta, pallida e cinta con un bianco velo che le copriva il corpo, sulla testa un diadema ornato da una perla incrinata.

Ai piedi della Rosa Cangiante forme immonde si contorcevano disperate, tentando di raggiungere con le lingue lascive il volto della misera.
Il Figlio d’Elfo con la frusta le ricacciava indietro e con la spada che impugnava recideva i petali della Rosa uno ad uno.

La Rosa cessò per un attimo di roteare e quale terrore mi colse quando mi avvidi che era composta da innumerevoli teschi insanguinati, ma poi riprese a girare più vorticosamente ed il Figlio d’Elfo fu sopraffatto dal turbine da essa scatenato: cadde, e la Rosa gli fu addosso, le creature si gettarono sulla donna, ma un suono riecheggiò rendendo tutto immobile, come ghiaccio, per un istante; la voce del Figlio d’Elfo risuonò cristallina come una corda d’arpa accordata, ma potente come un terremoto, capace di scuotere le stesse fondamenta della terra, la Rosa Vorticante barcollò e si rovesciò nel mare venendone ingoiata, ma quando l’ultima onda si stava riversando sulla Rosa, in un impeto di furia una folgore di cobalto colpì il Figlio d’Elfo causandogli una ferita.

Una goccia del suo sangue cadde nel mare, che si aprì per timore di toccarla, la goccia precipitò nell’abisso poco distante dal luogo in cui era stata inghiottita la Rosa sconfitta ed improvvisamente la terra che sta sotto le acque si innalzò in un pinnacolo che ben presto uscì dal mare e salì fin dove lo sguardo poteva raggiungerlo.
Il Figlio d’Elfo pose il suo sguardo sulla mia carne ed io mi sentii come bruciato vivo dal suo sguardo e desiderai di morire perché non ero in grado di sostenerlo, ma tosto venni sollevato in cielo, sempre più in alto, da mani invisibili che mi portarono fin sulla cima della vetta nera che era emersa dal mare.
La vetta era ricoperta di spine grandi quanto spade, dalle cui punte grondavano gocce di liquido che sapevo essere mortalmente velenoso.

Sopra la vetta, celata da un turbine di nubi violacee e minacciose era spuntata una Rosa Blu con lo stelo d’Argento.
A questa visione rimasi stordito, tale era la bellezza e la perfezione che da essa emanava, ma la sua bellezza era inferiore alla sua superbia: essa desiderava infatti essere adorata come un dio, ed io caddi in ginocchio, tesi la mano per toccarla, ma una forza misteriosa mi trattenne ed improvvisamente mi ricordai di Colui che Tutto Può, egli era dietro di me ed io non volli vederlo nuovamente in viso ché sapevo che ne sarei morto. La sua voce mi parlò, un tocco soave nella mia mente:

“Quello che hai visto scrivilo a caratteri rossi, scrivilo sulla pergamena ricavata dalla pelle di un drago affinché essa duri in eterno, infatti sarà Sacra fino alla fine dei tempi, essa sarà l’unica testimonianza, che possa servire nel giorno in cui qualcuno tenterà nuovamente §§§§§§§§§! Queste sono le due vie: una è alla base della montagna ed i tre Fratelli la custodiranno; l’altra è alta sopra la vetta, ma essa è celata dietro le nubi perché conduce in un luogo ove la tua anima non potrebbe esistere. Sia anatema per chiunque tenti di varcare questa soglia!
Tu sigillerai con la tua stessa vita questa pergamena, non potrai mai più dormire sonni tranquilli, poiché tu hai veduto la Fine dei Tempi, ma non ne conosci il momento.
Eppure questa visione sarà la tua forza e ti sosterrà per i pochi giorni della tua vita mortale.”

Poi la forza che mi aveva sostenuto venne meno ed io precipitai verso l’abisso marino dove mi parve di vedere rilucere ancora come un movimento della Rosa Rutilante, come se tentasse di fuggire dalla sua prigionia.
Amberle l'Ellcrys degli Eleandil
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Shimeril
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Re: Storia della Rutilante Rosa

#2

Messaggio da Shimeril »

ma hai pensato di raccogliere questi racconti in un libro? oppure in una sezione organizzata del sito?
Shimeril/Fawdrath
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Amberle
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Re: Storia della Rutilante Rosa

#3

Messaggio da Amberle »

Invero c'e' gia' un sito...quello della mia famiglia!
Io li riporto qui con una breve introduzione perche' altrimenti noto che la Taverna e' un po', come dire, spenta, assonnata...vuota!
Spero sempre di riaccendere la fiamma del RPG! Chissa'...
Amberle l'Ellcrys degli Eleandil
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