Diari di Viaggio


 

 

L'importanza di chiamarsi Ernest

 di ARCHIE

(8 luglio 2005)



Prologo - L'Importanza di Chiamarsi Ernest

Un ex-avventuriero. Un mago, probabilmente. Un mercante, adesso. In grossi, grossi guai. Voleva una vita tranquilla, un'esistenza rilassata e pacifica. Pensava di essere in grado di garantirsela con il bottino che aveva accumulato in anni di pericolose imprese.
Aveva una moglie, stava aspettando un figlio, e con i suoi soldi aveva praticamente ipotecato l'acquisto di met del mercato coperto di Syracusa.
Poi, gli e' crollato il mondo addosso. Recatosi a Syracusa per firmare i documenti di cessione, si e' ritrovato drogato e spogliato di ogni suo avere, a mendicare dinnanzi la banca di Alma, mentre sua moglie e suo figlio non sopravvivevano al parto.
Aiutato da alcuni avventurieri, tra cui Kiskas e Krudele, era riuscito ad ottenere dei vestiti, quanto gli bastava per ritirare i suoi soldi alla banca e presentarsi per firmare le pratiche all'asta. Sembrava avercela fatta, nonostante la perdita della moglie e del figlio... Sperava di poter ricominciare, e di togliersi, un giorno, il peso della loro scomparsa dalla testa e dal cuore.
Ma a Syracusa non funziona cosi'. I mercanti suoi amici gli tolgono il saluto. La citta' stessa sembra guardarlo con diffidenza. Presto iniziarono le prime minacce.
Cercava la pace e la tranquillita'. Questo era un incubo.
 

Cap. 1 - Un incontro Fortunato

Io stavo passeggiando per Alma, come mio solito. Da poco avevo salutato i miei compagni di avventura per trascorrere una serata tranquilla presso il foro, ma evidentemente non era destino. Sentii subito delle voci provenire da Alma, voci abbastanza preoccupate. Mi alzai dalla panchina, avvicinandomi ai partecipanti alla discussione.
Un ragazzo giovane, Kiskas, che gia' conoscevo dai giochi della notte scorsa. Un sacerdote abbastanza convinto della sua fede da poterne ricavare qualcosa di utile, Kadosh.. e uno strano mercante, ben vestito, elegante, e visibilmente preoccupato, con un volto che tradiva uno stress enorme.
Tipiche condizioni di chi ha un problema troppo serio per riuscire ad affrontarlo da solo. Mi intrufolai nella discussione alla prima occasione, e dopo le prime domande finimmo al bar del parco di Alma per evitare orecchie indiscrete.
La sua storia presentava molte stranezze ed alcuni punti oscuri. Non mi era chiaro cosa ci fosse veramente sotto, insomma. Drogare un mercante e rischiare di mandarlo in rovina, in modo cosi' palese e avventato, non era cosa da poco. Almeno per il mio modo di ragionare.
Probabilmente da quelle parti era diverso. L'unica soluzione possibile era recarci li', per ottenere informazioni.
Comprensibilmente, Ernest decise di non seguirci.


Cap. 2 - La Legge del piu' Forte

Ernest ci aveva lasciato dicendosi sorpreso che persino Coll, il mercante di stoffa che conosceva da trent'anni e piu', aveva deciso di togliergli il saluto. Non solo, ma si era persino rifiutato, almeno inizialmente, di cucirgli i vestiti per permettergli di presentarsi all'asta, adempiendo al suo compito soltanto dietro minaccia.
Necessariamente, quest'uomo doveva sapere qualcosa, cosi' ci recammo al suo negozio.
Lo gnomo, piccolo, bruttino e spaventato, aveva appena finito di parlare con alcune persone, che riuscirono a dileguarsi nella folla del mercato prima che fosse possibile vederle con chiarezza ed identificarle. Dopo pochi istanti passati a cercarle in giro, ci rivolgemmo a Coll.
Mentiva. Spudoratamente. Sapeva ed era chiaro come il sole, ma si arrampicava sugli specchi costruendo storie improbabili.
Aveva ceduto alle minacce di qualcuno, ancora a noi sconosciuto, ai danni di Ernest. Aveva ceduto alle minacce di Krudele.
Odio agire in questo modo, ma era necessario.
Avrebbe ceduto alle mie.


Cap. 3 - La Traccia, il Piano

Ci volle un po' di tempo, e fui costretto ad andare sul pesante, alzando un paio di volte un bel ramo di quercia abbastanza in alto da poterlo schiantare sulla sua gnomica testa con risultati.. esplosivi. Evitai di abbassarlo, comunque, e alla fine cedette.
Fece cadere una plico sigillato. Prima che toccasse terra, lo colpii con il piede, facendolo schizzare in alto, ed afferrandolo subito dopo. Lo nascosi in una tasca. Mormorai qualcosa a proposito di una camcia, poi tornammo indietro. Avevamo la prima traccia.
La pergamena, in caratteri dorati, era una poco velata minaccia ai danni di Coll, a causa dei vestiti cuciti ad Ernest. Firmata da un certo T.
Tornammo immediatamente da Ernest.. Letto il plico, sembrava sconsolato e depresso. Oramai la sua intenzione era vendere il mercato, lasciar perdere tutto, e cercare un qualche piccolo negozio da comprare qui ad Alma, rinunciando a troppe cose perche' a noi potesse andar bene.
Cosi', improvvisammo un piano, sperando di trovare d'accordo il mercante. Kiskas e Kadosh avrebbero agito da impresari di Ernest, proponendo la vendita del mercato. Non appena l'intermediario di T. si fosse fatto avanti, io, elegantemente vestito, nei panni di un terzo acquirente, avrei ribattuto all'offerta in modo troppo pesante perche' fosse conveniente superarla.
Avrei vinto, ponendomi dunque in condizione di essere... bandito anche io. Sperando che qualcuno si sarebbe esposto un po' troppo, pur di farlo.


Cap. 4 - L'Anello Debole

Ernest accetto'. Ci diede le carte necessarie. Presi in prestito i vestiti da Kryo che mi ringrazio' per la mia delicatezza nel muovermi lanciandomi dietro fiale e libri raccolti a caso. Ci recammo dagli aviani, cambiandoci poco prima di salire in volo.
Giunti a Syracusa, i due 'impresari' si recarono da Coll, comunicandogli che Ernest voleva vendere. A buon prezzo. Subito sicuro di poter fare un favore al suo padrone, il sarto urlo' a gran voce quanto appena riferitogli.
Poco dopo, i due in incognito furono raggiunti da un tale Jack, portavoce di T. , almeno nei nostri piani. Io ancora mi nascondevo tra la folla. Iniziarono a discutere sul prezzo, appena sentii un undici, risposi con un venticinque, rendendomi visibile.
Subito mi chiese il nome. Ryan Blackmore, risposi, pensando ad un mio vecchio amico. Annui' appena. L'asta ando' avanti. Ogni offerta che facevo era sempre piu' preoccupato, presto inizio' ad esporre dubbi circa il mio patrimonio. Alla fine, sull'offerta di 120 Milioni, cedette, invitandomi a prendere un te' con il suo capo. Era quello che volevo.
Ci condusse per la nave ancorata al Molo fenicio, e dopo una breve attesa, ci sedemmo in compagnia del capitano Karim. Ma io sapevo che non era lui il nostro bersaglio. E per nostra fortuna, si dimostro' poco intelligente. Basto' una breve conversazione, per fargli fare il nome di Tarel. Notando la mia soddsifazione, capi' di aver parlato troppo..
E ora voleva rimediare.
 

Cap. 5 - Radici Profonde

Karim e Jack ci assalirono insieme, tentando di colpirmi. Kadosh subito invoco' la protezione degli dei su di me, Kiskas chiuse la porta e si piazzo' li' per evitare fughe, preparando incantesimi da scagliare contro i due aggressori. Io afferrai la mano di Jack, stritolandola, e scagliandolo via. Presi il ramo di quercia, lo sollevai di nuovo, ma stavolta per portare il colpo. Sentii un chiaro rumore di costole sbriciolate. Jack cadde a terra piu' morto che vivo. Kiskas penso' a finirlo.
Negli occhi di Karim c'era solo terrore. Comunque sarebbe andata, se non ci avesse ucciso sarebbe stato eliminato. Decisi di risolvere il problema in fretta. Una ginocchiata veloce ed una spinta, poi di nuovo, lasciai cadere il ramo. Ci metteranno molto a pulire quella stanza.
Uscimmo in fretta e furia, ancora sporchi di sangue, correndo come disperati per trovare Tarel prima che riuscisse a far perdere le sue tracce. Sorprendentemente, ci aspettava tranquillo, sul ponte della sua nave, ancorata al molo mercantile.
Sapeva tutto, ma eravamo stati piu' veloci di lui. Tuttavia, la situazione era in stallo. Noi avevamo lui, lui aveva Ernest. Tentammo di opporci, di minacciarlo, di architettare qualcosa per tenerlo lontano da Ernest e finirlo. Ma le parole sue e di Ernest ci rivelarono una verita' difficile da accettare.
A Syracusa, la corruzione era radicata troppo profondamente. Era stato qualcun'altro a drogare Ernest, un religioso, addirittura. Nessuno, probabilmente, era del tutto estraneo ai fatti. Le parole di Ernest risuonarono chiare.. Non si poteva uccidere un capo, se non si eliminavano prima i suoi seguaci, altrimenti sarebbe stato rimpiazzato in brevissimo tempo.
Lasciammo ad Ernest il diritto di decidere.

Epilogo - Non una Fine, ma un nuovo Inizio

Ernest e Tarel trovarono un accordo. Ernest avrebbe venduto il mercato, al doppio del prezzo al quale lo aveva acquistato. Dopotutto era una soluzione ragionevole, sistemava le cose, almeno per ora, per quanto non risolvesse affatto i problemi di Syracusa.
Non sempre, tuttavia, si puo' fare la scelta giusta. A volte si e' quasi forzati dall'incedere degli eventi ad agire in modo differente, in apparenza egoista o superficiale. Ma una persona giusta, passando anche attraverso queste scelte, perseguira' sempre un obiettivo che giusto puo' essere definito.
Questo e' quello che ha fatto Ernest. Meta' del ricavato dalla vendita del mercato e' stato stanziato in un conto nella banca di Talonia, e sara' destinato al bene, stavolta organizzato e ben coordinato, di Syracusa, con lo scopo di estirpare la corruzione e riportarla a quel che era un tempo, una magnifica perla dell'Impero Almiriano.
Ora il mercante si gode la sua nuova casa a Victoriam Viae, e sembra che presto rilevera' il Cafe' del Parco di Alma, ricominciando da qui, e da dove aveva interrotto con il tragico errore di interessarsi al mercato siracusano.
Quanto a noi, oltre ad andarlo a trovare per prendere un buon caffe' ogni tanto, non aspettiamo altro che la prossima occasione, la prossima nave, che questa volta portera' la bandiera, chiara e splendente, della Giustizia e dell'Impero... Per un nuovo, meraviglioso inizio!
 

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I miei ringraziamenti, come al solito, vanno ai miei compagni d'avventura, questa volta solo Kiskas e Kadosh, e soprattutto a Selene, che ha organizzato nel migliore dei modi un'avventura divertente e intrigante :)

Alla prossima!
Archie!

 

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