Momenti da ricordare...


 

 

Un viaggio a lungo rimandato

di Nightbay

(Anno 449 (?), 11 novembre 2005)


Nel buio di un tunnel dei passi risuonano leggeri. Un avanzare lento, cadenzato e deciso, ma avvertibile solo focalizzando la propria attenzione su di esso, escludendo il sottofondo cantilenante del salmodiare dei sacerdoti. Draconia, l'antico tempio dei draghi, appare in fondo al tunnel, in un'ampia caverna scarsamente illuminata dai ceri fatti oscillare dagli adepti del culto nelle loro cerimonie.
Una figura avanza dal tunnel, armata come un cavaliere, oltrepassando i celebranti e l'altare, per dirigersi verso la scura bocca dell'antro ad ovest dell'altare, dal quale nessuna luce proviene, ne' alcun rumore, salvo quello di un pesante e profondo respiro.
Un enorme drago nero, le scaglie lucenti di una tenebrosa luce, dorme un sonno profondo sopra un cumulo di monete di ogni tipo e conio, provenienti dai piu' disparati luoghi del mondo, gioielli di varia fattura, oggetti magici la cui aura potrebbe essere avvertita perfino dai piu' incolti barbari delle tribu' lontane.
La figura aggira il drago, con passo deciso ma silenzioso, per portarsi alle sue spalle, a contemplare una scritta sulle pareti, in oro zecchino, rilucente nel contrasto con la fitta oscurita' della caverna. Nessun suono proviene dalla figura, che osserva a lungo pensierosa la scritta. Bruciature da acido sono visibili tutto intorno ad essa, ma la scritta e' ancora rilucente e chiara come il primo giorno che essa e' apparsa.
La figura si volta verso il drago, lasciandosi sfuggire un sospiro meno silenzioso.
Il drago si sveglia improvvisamente, spalancando i suoi occhi e appuntandoli con ira sulla figura in un istante, per poi socchiuderli in un atteggiamento di sospetto. Uno strano odore di magia, differente dal solito, la infastidisce e insospettisce. Immagina gia' il motivo per cui la figura si trovi la, non si meraviglia di non averla percepita, ma le circostanze sembrano diverse, questa volta.
Le due figure, il drago e il cavaliere, si scrutano a lungo, fissandosi negli occhi, senza parlare. Poi con un cenno del capo il drago rompe il silenzio, rivolgendosi al cavaliere.
- Salute a te, Cavaliere.
- Salve a te, Drago Nero. - risponde il cavaliere.
- E' passato molto tempo, perfino per qualcuno della mia specie, dall'ultima volta che sei stato visto qui a Draconia.
- E' passato molto tempo, perfino per qualcuno della tua specie, dall'ultima volta che sono stato visto girare per questo mondo.
- Perche' continui a chiamarmi Drago Nero, dopo tutto questo tempo – chiede il drago - non e' forse vero che conosci il mio nome segreto di nascita ?
- Non sei forse tu un Drago ? - risponde il cavaliere - E anche tu, non continui forse a chiamarmi Cavaliere ? Il mio nome non e' segreto come il tuo, eppure continui a non utilizzarlo nel rivolgerti a me. Sei stata risoluta, in tutto questo tempo, a non pronunciarlo mai.
- Cosa sei venuto a fare qui da me, Cavaliere ? Perche' non mi hai attaccata?
- Sono venuto per tanti motivi. Volevo rivedere la scritta, forse.
Una smorfia di fastidio appare sul volto del drago.
- E' questo quindi che intendi fare ? Prenderti gioco di me, Sterminatore di Draghi ? - risponde il drago, irata - Non ti basta aver ucciso i miei fratelli? Non ti basta avermi costretta a subire la vergogna di dover sopportare la scritta dentro la mia caverna, dentro il mio Tempio? Oh no, tu vorresti di piu'...vieni qui per ricordarmi quanto hai fatto, in un tempo lontano che ormai piu' nessuno ricorda, piu' nessuno salvo te...e me!
Nessuna espressione del viso del cavaliere lascia intuire le sue emozioni, mentre il drago parla.
- Il tuo tempo e' ormai passato, Sterminatore - prosegue il drago - e niente di quanto farai potra' cambiare questa realta', ammesso che tu abbia ancora la volonta' di farlo. Risparmiami quindi queste inutili beffe, e dimmi cosa realmente vuoi, prima di sguainare la spada ed iniziare ad ucciderci.
L'ombra di un sorriso appare per un istante sul volto del cavaliere, per scomparire subito dopo senza lasciare traccia, mentre il cavaliere sposta la mano sinistra per appoggiarla, in un gesto abituale, sull'elsa di una spada riposta in un fodero, per incontrare niente altro che una cintura vuota. Il gesto non sfugge al drago.
- Dov'e' la tua spada, Cavaliere ? Sei venuto qui disarmato ? - domanda il drago ora incuriosita - Non e' da te lasciare la tua spada.
Mentre pronuncia queste parole il drago focalizza la sua attenzione su un particolare a cui non aveva attribuito importanza, in principio. L'odore di magia sul cavaliere.
- Cos'e' quest'odore che sento, Cavaliere ? L'aura di un elemento ? - domanda dubbiosa il drago - A che pro, Cavaliere ? Non ne hai mai avuto bisogno, avevi la tua armatura a proteggerti.
- Non ho piu' la mia armatura, Drago Nero, ne' la mia spada - risponde il cavaliere - Essi sono diventati la mia eredita' a qualcuno di mia fiducia. L'aura che avverti e' cio' che hai intuito, e' quanto mi e' necessario per presentarmi di fronte a te. E per rispondere alla tua domanda, la risposta e' no, non sono disarmato.
Il drago socchiude gli occhi, si ritrae leggermente, pronta a scattare. I due continuano a fronteggiarsi immobili, ciascuno in attesa del gesto dell'altro.
- Forse il motivo per cui sono qui oggi, Drago Nero, non e' diverso da quello che mi ha portato qui tutte le altre volte
- Ma le altre volte mi sei sembrato piu' pronto, Cavaliere...e meno debole...
Il cavaliere pronuncia le parole di un incantesimo.
Nelle sue mani appare un pesante martello da guerra.
- Forse voglio solo valutare la mia debolezza...vuoi aiutarmi in questo ? - egli risponde.
Il drago sembra restia ad attaccare, nonostante il suo istinto la spinga ad iniziare lo scontro, magari con un incantesimo di dispersione, per poter finire il cavaliere con il suo soffio...
Una cappa di silenzio impenetrabile cala sulla caverna, mentre nella mente del drago risuonano, come un tenue sussurro, delle parole non pronunciate.
- I tuoi pensieri ti tradiscono, ma anche io avrei pensato allo stesso modo. E ora...cominciamo...
I due si avventano l'una contro l'altro, artigli e zanne contro acciaio e mithril.
Il sangue inizia a macchiare il terreno, frammenti di scaglie scure si disperdono nell'aria, in un vortice di di attacchi furiosi e violenti contrattacchi, di parate e di affondi. Nessun suono puo' essere udito, non il pesante ricadere del martello sulle scaglie del drago, non il raschiare delle zanne sulla corazza d'acciaio del cavaliere, non lo scricchiolare di
ossa frantumate, non il lacerarsi delle carni.
Il drago si accascia al suolo, morente, guardando il cavaliere sanguinante di fronte a lei trattenere la mano un attimo prima che questa vibri il colpo mortale.
Un pensiero le attraversa la mente dilaniata dal dolore, un istante prima di perdere conoscenza.
- Ti prendi ancora una volta gioco di me...uccidimi, maledetto, e poni fine al mio dolore e alla mia esistenza.
Un confortevole calore le attraversa il corpo, riportandola alla coscienza e lenendo parzialmente le sue ferite.
Il drago si rende conto che il cavaliere ha dissolto la cappa di silenzio e la ha curata.
- Cosa vuoi da me, maledetto ? Vuoi torturarmi per cio' che sono ? – domanda con rabbia al cavaliere, che la osserva, ancora sanguinante.
Il cavaliere sorride, chiudendo gli occhi. A voce bassa pronuncia alcune parole, rivolte piu' a se stesso che al drago.
- Eccomi fratelli, sto arrivando.
Il cavaliere pronuncia le parole di un incantesimo.
L'aura di luce bianca intorno al cavaliere svanisce.
L'aura di protezione dall'acido intorno al cavaliere svanisce.
Il Drago Nero inarca la testa all'indietro e inala...
Il Drago Nero soffia...

Nightbay e` stato ucciso da Il Drago Nero a La tana del Drago.
 


LE RISPOSTE DEGLI AVVENTURIERI:

Ancora ricordo quando , molti anni fa, ancora un giovine avventuriero mi imbattei in te.
le nostre strade erano diverse, i nostri orizzonti contrastanti nei colori.
eravamo nemici.
siamo nemici.
saremo sempre nemici.
Ma il rispetto che porto a te, cavaliere della morte e' il rispetto che nutro per pochi,pochissimi guerrieri; i pochissimi che possono avere il  rispetto del signore dei lupi della tundra.
dopo ogni duello, dopo ogni impresa,che spesso mi vede solitario, penso a  quando lampi di guerra scaturiranno dalle nostre lame.
sara' un giorno epico,che alma ricordera'.
ma sara' ricordato da ogni avventuriero come il duello di due persone onorevoli.
si, aborro la strada che hai intrapreso, e anche provo tristezza nel pensare che un guerriero del tuo calibro non possa essere mio amico, ma sono  tuttavia costreto dai fatti ad ammettere una cosa.
Cavaliere della morte, io ti stimo.

Tarjek n' Khar lo scudo del khan signore dei lupi della tundra tuigan combattente della luce.

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Da ogni viaggio si puo'tornare indietro...

...e tu sei sicuramente quello che tra tutti lo sa meglio...

ovviamente si deve fortemente volerlo...
anche se forse c'e'bisogno di meno forza di volonta'rispetto a partire...

Per mio padre sei stato un grande alleato e un ancor piu'grande nemico...

Hai varcato le soglie di Asgaard con le tue forze contro  la volonta'degli stessi dei...

E'un pezzo a caso di quel che riguarda la tua storia...

Ripercorrerla tutta sarebbe impossibile per me...ma sarebbe una lettura molto interessante...sarei felice di leggerla per intero...

Il tuo nome e'inciso a fuoco nella storia di queste terre, e non per via di una targa...

sia lode a te Padre Spirituale dei Mercenari...

Kazzuya il Profeta del Sangue

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 non posso far altro che piangere....
 per lungo tempo mi sei stato maestro....
 dal giorno in cui venni su questo mondo, ho sempre aspirato ad essere forte e possente, come lo sei stato tu...
 ero giovane mi hai insegnato molto, e mi hai dato molto...
 ora la mia mente e' confusa, le lacrime solcano le mie guance, le mie mani tremano...
 ormai sono lontana dal nostro amato mondo...
 la Vendetta per un torto subito, mi ha allontanato dalle nostre amate terre..
 ma appena ne avro la possibilita',  tornero'...
 Addio Cavaliere... come mi insegnasti in un tempo ormai perso...
 "Cio che facciamo in vita riecheggia nell' Eternita!"

 Barbara la [G]ladiatrice, madre di Adele the [K]rudele's Inferno Angel

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*risuonano in lontananza gli echi della battaglia*
Mi volgo verso la direzione del cosi' potente rombo che sconquassa le lande 
ed un brivido mi attanaglia al sopraggiunto grido di morte...
Non puo' essere, mi dico tra me e me, non è possibile!
No, è solo che sono troppi giorni che vago da solo alla ricerca di prede qui 
nella fitta foresta del nord, e sto cominciando a sragionare...
Eppure il mio istinto, quello che mi ha salvato da mille pericoli e permesso 
sempre di cavarmela, pone nel mio cuore l'assoluta certezza, il Cavaliere è 
perito.
Subito cerco conforto, come sempre del resto, osservando il mio fido amico, 
Estate, lui mi ritorna lo sguardo, carico di mille emozioni... si anche lui 
e' triste, ha capito tutto.
*Estate alza la testa e ulula*
Ho perso un maestro, un compagno, una figura da inseguire ed a cui tendere 
per l'onore e la forza da lui sempre dimostrate, ma soprattutto l'estrema 
correttezza che sempre l'ha distinto, e la lealta' verso un ideale 
perseguito fino al disfacimento delle carni e proseguito nella non morte.
Raccolgo i mie strumenti da caccia e le prede, e decido finalmente che e' 
giunta l'ora del ritorno.
Durante il cammino di ritorno verso quella che ormai e' casa mia ormai da 
tanto tempo, osservo le stelle cercando una risposta: come sarà adesso senza 
di te, come? Ma guardo avanti e so che da ora in poi noi dovremmo essere 
piu' uniti che mai, noi, gli ultimi portavoce di quell'ideale chiamato 
alleanza Mercenaria. Mi guardo dentro, e finalmente accetto l'eredita' di 
guida che non molto tempo mi è stata posta sulle spalle. Prima sapevo di 
avere un maestro affine a cui sempre potevo rivolgermi per chiedere 
consiglio, ora dovro' leggere solo nel mio cuore... Spero solo che sia 
sempre abbastanza forte.
*il vento ulula tra le fronde*
Eccomi a casa finalmente, ma c'e' qualcosa che non quadra, percepisco una 
forte emanazione di potere provenire dall'interno. Lascio che Estate mi guidi.
La luce che proviene dagli artefatti che riesco malapena a scorgere non mi 
permette di tenere gli occhi bene aperti, ma man mano mi avvicino... Eccomi 
finalmente al loro cospetto. Sono un armatura finemente lavorata, ed una 
spada, il cui solo posare gli occhi sopra vorrebbe dire morte, ma cosi' non succede.
Osservo le lavorazioni, e con le lacrime agli occhi leggo il motto sbalzato 
sul metallo :"Essa e' quanto di piu' prezioso possa esistere: e' il Dono di un Amico".
Ora ho capito, il cavaliere ha combattutto senza gran parte del suo potere, 
parte che ha voluto donarmi prima del suo ultimo viaggio. Senza ritorno.
*si infila l'armatura dell'Antico Eroe, ed impugna il Castigo Divino*
Grazie Cavaliere, portero' le tue vestigia come le portavi tu, fiero e mai domo.
Ora la luna piena e' fuoriuscita dalla coltre di nubi e fulgida risplende 
nel cielo invernale... E' l'inizio di una nuova Era.

Che il tuo spirito non mi abbandoni mai!

Brandon Stark di Grande Inverno, portatore dell'eredita' di Nightbay il Cavaliere Mercenario, signore dei Lich. 

 


 

 

 


 

 

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